Le riduzioni delle risorse
Va liquidato un falso luogo comune e ciò che i Comuni aumentano le tasse per non ridurre la loro spesa. Non è così e lo dimostra il fatto che a fronte di tagli subiti dai Comuni dal 2009 ad oggi per 16 miliardi, la fiscalità locale ha conosciuto un incremento di soli 7,5 miliardi”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, in un passaggio della breve intervista rilasciata sull’ultimo numero in edicola del settimanale L’Espresso.
“Da tempo – ha spiegato poi Fassino – i comuni chiedono una restituzione dell’autonomia impositiva sancita dalla Costituzione. La nostra richiesta continua ad essere quella di riconoscere alle amministrazioni comunali l’intero introito derivante dall’imposizione immobiliare. Nelle applicazioni di questi mesi – ha sottolineato però il presidente Anci – hanno pesato i continui cambiamenti normativi. A ciò si aggiunga che 4mila Comuni sono andati al voto a maggio e, dunque, nell’impossibilità di deliberare aliquote. Per altri il vero ostacolo è stata la mancata comunicazione in tempo utile dell’entità dei trasferimenti statali”.
E sul passaggio dal regime Imu a quello Tasi, Fassino ha confermato come quest’ultima sia più equa: “Se consideriamo la percentuale delle aliquote applicate sulla prima casa che, per la Tasi variano tra il 2,5 per mille e il 3,3 per mille, mentre l’Imu in quasi tutti i grandi Comuni era attestata su aliquote che si collocavano tra il 5 e il 6 per mille, è sicuramente migliorativa”.
Infine sul differimento delle scadenze che per ora hanno attutito l’impatto della tassa, Fassino ha rimarcato che “differire i termini non serve, anzi. Se mai – ha concluso – occorre tenere maggiormente conto che gli artigiani e commercianti chiedono di frazionare i pagamenti delle imposte comunali in più rate lungo il corso degli anni”.