La prossima manovra finanziaria
Doveva essere da 23 e invece sarà da 30 miliardi la manovra economica che ci attende. Una di quelle che si potrebbe a giusta ragione definire “lacrime e sangue” e che invece il nostro giovane premier, assistito dalla sua innata inclinazione al pensiero positivo, trasforma in una politica economica col segno + appunto, a favore di crescita e occupazione. L’annuncio, arrivato a sorpresa, soprattutto del Ministro Padoan, dal palco degli Industriali di Bergamo, precede di poco il Consiglio dei Ministri di domani (o dopodomani?) che svelerà i numeri reali della legge di stabilità 2015.
La cifra imponente che quelli di Via XX settembre devono trovare passa in secondo piano quando Renzi snocciola i benefici che imprese, lavoratori e anche Comuni dovrebbero trarne, per un taglio complessivo delle tasse di 18 miliardi, “il maggiore di sempre”, rivendica Renzi:
per tre anni i contributi di tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato saranno a carico dello Stato (1 miliardo)
Irap per le imprese integralmente deducibile dalla base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive
a partire dal 2015 verrà cancellata dall’Irap la componente lavoro (6,5 miliardi)
allentamento del Patto di stabilità interno (1 miliardo)
anticipo facoltativo del Tfr in busta paga (ferma restando la determinazione a procedere a un accordo con le banche)
“La riduzione del Patto di stabilità interno per 1 miliardo a favore degli enti locali è certo un passo significativo nella direzione del superamento del Patto” ,ha dichiarato Piero Fassino, Sindaco di Torino e Presidente dell’ANCI. “Così come sono certamente significative le annunciate riduzioni fiscali a favore di imprese e lavoro. In tale scenario attendiamo che la legge di stabilità superi la farraginosità e la opacità dell’attuale sistema della fiscalità locale, attribuendo ai Comuni una fiscalità semplice e in esclusiva“.