Gli effetti della legge di stabilità
Scuole, strade, investimenti contro il dissesto idrogeologico, sono servizi essenziali. La manovra non puo' essere cieca. Le drammatizzazioni incombono, ma si possono evitare. Ad oggi il governo dimostra di non capire, o fa finta". Cosi' il presidente nazionale di Legautonomie Marco Filippeschi, sindaco e presidente della provincia di Pisa, risponde al sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta intervenuto al convegno organizzato da Legautonomie oggi a Roma, nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, sui piani di risanamento pluriennali per gli enti locali in difficolta' finanziarie.
Secondo Filippeschi, "la legge di stabilita' contraddice il processo di riordino delle funzioni delle province previsto dalla legge Delrio poiche' presuppone che possano avere meno risorse senza una contestuale riduzione delle funzioni svolte. Tutte le province dunque saranno costrette al disavanzo nel 2015 poiche' dovranno svolgere sia le funzioni fondamentali, sia quelle che dovevano essere riordinate e non sono ancora state trasferite, senza le relative risorse". Una situazione, sottolinea il sindaco di Pisa, che mette a rischio "anche gli stipendi". Diventa quindi necessaria, spiega Filippeschi, "una norma che quantifichi il gettito dei tributi propri provinciali in modo da collegarli strutturalmente alla spesa necessaria per le funzioni fondamentali e occorre accelerare il riordino delle funzioni attraverso modifiche alla legge Delrio che consentano di completare il processo di trasferimento delle funzioni non fondamentali entro i primi mesi del 2015".
In questa logica, "occorre spostare termini di approvazione dei bilanci e del versamento del contributo al 30 giugno, prevedendo una clausola di salvaguardia per la parte della manovra non sostenibile, aprire processi di mobilita' e di prepensionamento che consentano di assorbire le eccedenze di personale. Occorre infine intervenire sulle norme del patto di stabilita', eliminando le sanzioni previste per il 2014 e prevedendo che le nuove province e le citta' metropolitane non siano soggette al patto nel 2015 in quanto nuovi enti del tutto diversi dagli attuali". (com/gp) - da www.anci.it