L'incontro Anci e Governo
Governo e Anci si metteranno “da subito al lavoro in un tavolo tecnico per confrontare le diverse valutazioni sull’impatto della legge di stabilità. Sarà un tavolo per capire come gestire al meglio una manovra che ad oggi desta seria preoccupazione per gli impatti che avrà sui Comuni. Al tavolo tecnico seguirà un incontro politico, già dalla prossima settimana, dove, siamo convinti, ci saranno fattori correttivi per la legge”. Lo ha detto il presidente dell'Anci, Piero Fassino, al termine del vertice di oggi a Palazzo Chigi tra sindaci e governo sulla legge di stabilità.
“La rappresentazione mediatica – ha detto Fassino – parla di una riduzione di spesa per 1,2 miliardi ma a qusti vanno aggiunti 300 milioni che derivano da provvedimenti 2013 e 2014 che hanno ricadute sugli esercizi 2015. La manovra, poi, prevede l'istituzione di un fondo per i crediti di difficile esigibilità, inserito nella spesa corrente e quindi soggetto al patto di stabilità, che significa ridurre ulteriormente le risorse per la spesa. Ci sono poi il miliardo in meno su Città metropolitane e nuove Province e le regole del nuovo sistema di contabilità, per un saldo negativo – ha rimarcato il presidente dell’Anci – che oscilla tra i 3,5 e i 3,7 miliardi di euro; tagli che rischiano di vanificare gli spazi aperti con l’allentamento per un miliardo del patto di stabilità. Questi sono i calcoli del nostro istituto per la Finanza locale. Il governo ha una valutazione diversa; per questo metteremo a confronto i nostri tecnici per un punto di condivisione comune sugli impatti della legge di bilancio”.
Fassino è poi tornato su quanto detto nell’ultimo Ufficio di presidenza, quando ha ricordato che “dal 2010 ad oggi, il contributo chiesto ai Comuni è stato di circa 17 miliardi” e quindi “oneri aggiuntivi aprirebbero problemi di sostenibilità”.
I Comuni però non vogliono sottrarsi al risanamento. “Siamo consapevoli – ha precisato infatti il sindaco di Torino – dello sforzo richiesto a tutte le istituzioni, uno sforzo che è anche assunzione di responsabilità per uscire dalla stagnazione in cui si trova il Paese. Però, per dare il loro contributo, i Comuni devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare”.
Fassino ha anche voluto ribadire l’apprezzamento per una questione che Anci chiedeva da tempo ossia gli oneri per gli uffici giudiziari. “Dopo 70 anni le spese per gli uffici giudiziari vanno a carico dello Stato centrale ma anche qui servono dei correttivi: si parta dal 1 gennaio 2015 e non da settembre altrimenti otto-dodicesimi dei costi graverebbero ancora sui nostri bilanci”.
Appuntamento alla prossima settimana, dunque, quando sindaci e governo torneranno a fare il punto della situazione, numeri alla mano. “Auspico una visione comune sui tagli – ha concluso Fassino – e siamo convinti che si arriverà a una condivisione”. E se non si arriverà ad un accordo? “Una cosa alla volta – ha risposto ai giornalisti il presidente Anci -. Solo dopo l’esito degli incontri, tecnici e politici, saremo in grado di fare le nostre valutazioni”.