Il riordino dell'imposizione immobiliare
‘’L'ipotesi di un vero riordino sulla Tasi è la benvenuta, ovviamente a condizione che si assicuri un sistema semplice, sostenibile e duraturo per la generalità dei Comuni, e che non si comprometta ancora una volta la possibilità di approvare i bilanci in tempo utile per gestire gli Enti’’.
Lo afferma l’ANCI in una nota.
Riguardo le stime sul peso della Tasi per le famiglie, l’Associazione precisa poi che ‘’la variabilità delle aliquote e delle detrazione della Tasi sull'abitazione principale - dovuta alla legge nazionale che ha abolito il livello di detrazione minimo obbligatorio - è tra i principali motivi della grande confusione delle notizie di stampa, che rilanciano periodicamente le analisi dei diversi osservatori. I dati elaborati dall'Ifel sulla situazione della Tasi nei Comuni capoluogo di provincia – prosegue la nota - ha permesso di valutare il prelievo sull'abitazione principale media (media delle abitazioni di categoria catastale A2, A3, A4, che comprendono circa l'85% dei casi), che nel complesso dei capoluoghi è pari a 184 euro annui, senza considerare i tre casi di non applicazione del tributo. Il prelievo annuo medio è molto diversificato: va dai 30 euro annui dei casi di minore impatto, ai circa 430 euro nei capoluoghi che hanno applicato un'aliquota relativamente elevata (intorno al 2,5 per mille, circa 15 casi)’’.
Tornando poi sull’ipotesi, rilanciata da autorevoli fonti governative, di un radicale riassetto del sistema fiscale comunale con l'istituzione di un'imposta unica a base immobiliare, l’Associazione ricorda che ‘’i Comuni sono stati le prime vittime dell'incertezza che ha caratterizzato i tributi comunali nel triennio 2012-2014, che ha avuto conseguenze gravissime per la perdita di collegamento tra pressione fiscale e effettive risorse disponibili e per l'incertezza sulla dimensione effettiva dei fondi assegnati a ciascun ente. L'ipotesi di un vero riordino – si ribadisce infine - è quindi la benvenuta, l’ANCI da tempo chiede che la tassazione immobiliare sia assegnata integralmente ai Comuni secondo un principio di equità, ovviamente a condizione che ci sia lo spazio per verificare l'impianto normativo e le previsioni di gettito, al fine di assicurare un sistema semplice, sostenibile e duraturo per la generalità dei Comuni, e che non si comprometta ancora una volta la possibilità di approvare i bilanci in tempo utile per gestire gli Enti e si rispetti la loro capacità di programmazione. Se queste condizioni non dovessero verificarsi – conclude la nota - sarebbe forse meglio congelare la disciplina del 2014 ancora per un anno, e prendere il tempo necessario per un reale riordino