La nuova legge di stabilità
Giungono le prime anticipazioni della legge di stabilità: “almeno 2 miliardi” di taglio del costo del lavoro, con ogni probabilità attraverso una nuova riduzione dell'Irap; 1.5 miliardi di nuovi ammortizzatori sociali, 1 miliardo per la scuola e un altro miliardo di spazio da aprire nel Patto di stabilità dei Comuni. Stavolta non si tratta di indiscrezioni o di ipotesi da verificare, bensì di misure concrete annunciate ufficialmente dal premier Matteo Renzi che, parlando alla direzione del Pd, ha confermato l’erogazione del Tfr. Dal primo gennaio, ha assicurato, arriverà nella busta paga dei lavoratori. “Se siamo un Paese fondato sul lavoro e non affondato sulle rendite, ridurre il costo del lavoro per gli imprenditori e aumentare il salario ai lavoratori è l'unica cosa che abbia senso fare”, ha spiegato il Presidente del Consiglio.
Di qui la duplice manovra, già in parte sperimentata nel dl Irpef e che nella nuova legge di bilancio dovrebbe assumere contorni più a lungo termine: bonus da 80 euro e Tfr in busta paga da una parte, per i lavoratori, taglio dell'Irap e necessarie compensazioni della perdita del Tfr, magari utilizzando le risorse del Tltro della Bce dall'altra, per gli imprenditori. Ad appoggiare con decisione il taglio del cuneo fiscale è anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al lavoro soprattutto per rendere concreta la prospettiva di poter ottenere dall'Europa maggiori margini di flessibilità e quindi maggiori risorse a disposizione. Le ipotesi al momento in corso di valutazione nei ministeri coinvolti restano due: deducibilità dall'Irap del costo del lavoro o nuovo taglio del 10%, se non qualcosa di più. Se si scegliesse questa strada, la stessa intrapresa quest'anno, il costo sarebbe più o meno quello indicato da Renzi, 2 miliardi di euro.
Il conto complessivo della manovra arriverebbe così a sfiorare i 22 miliardi. La stabilizzazione del bonus Irpef per 10 milioni di italiani significa reperire 7 miliardi. Per la scuola servirà 1 miliardo previsto dal progetto “la buona scuola”. Per i nuovi ammortizzatori sociali del Jobs act lo stanziamento sarà di un miliardo e mezzo. Mentre per lasciare spazio ai Comuni per la realizzazione di opere pubbliche sarà concessa una deroga al Patto di stabilità interno di un miliardo (anche questa una sorta di “compensazione” per i tagli della spending review). Risorse a cui si aggiungono però anche i 3 miliardi lasciati in eredità da Letta, i 4-5 miliardi di spese indifferibili che si ripropongono ogni anno e i 900 milioni circa promessi da Alfano per i contratti delle forze dell'ordine (che lieviterebbero di altri 600-700 milioni, se lo stesso trattamento fosse garantito anche agli altri statali). Per facilitare gli investimenti si penserebbe invece a un coinvolgimento della Cdp, ha spiegato ancora Padoan, ma non è escluso anche quello delle Casse previdenziali. Cominciano così a intravedersi le linee guida della prossima finanziaria, che partiranno comunque - ha assicurato ancora il premier - dal rispetto assoluto del parametro del 3%.