Le città metropolitane

“Domani a Firenze presenteremo un rapporto sulle Città metropolitane che le analizzerà per singole vocazioni produttive ed economiche. Un lavoro, fatto di 14 progetti, svolto in collaborazione con lo studio Ambrosetti che dirà punti di forza e di debolezza delle diverse realtà metropolitane. Anci ha creduto e crede molto nelle Città metropolitane e siamo convinti che su queste vadano indirizzati gli investimenti futuri, pubblici e soprattutto privati, per coinvolgere tutti nella sfida di dare impulso identitario e pieno riconoscimento ad un ente che può rappresentare il principale motore per lo sviluppo del Paese”. Così il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, intervenuta questa mattina all’evento “La Città metropolitana di Roma Capitale”, organizzato a Roma da Unindustria presso l’Associazione Civita.
“Dopo anni in cui se ne è parlato molto ma con scarsi risultati – ha ricordato Nicotra – in sede Anci abbiamo deciso di forzare e provare a dire che in una certa data sarebbero dovute nascere le Città metropolitane. Il risultato di istituirle è arrivato, adesso serve lavorare sul disegno che sta dietro a tutta la riforma Delrio ovvero quello di vederle come una precisa idea di ‘sistema Paese’. Che i grandi agglomerati urbani siano il centro propulsore dell’Italia – ha rimarcato il segretario generale Anci – lo vediamo dai numeri: nelle grandi città si genera più del 40% del Pil nazionale e qui vive oltre il 50% della popolazione”. Per governare questi numeri, però, serve secondo Nicotra  “arrivare ad una efficace governance istituzionale attraverso strumenti precisi e, speriamo, risorse adeguate che permettano di risolvere i problemi delle nostre aree metropolitane, chiamate a raccogliere lo spopolamento irreversibile delle aree non ad alta densità urbana”.
Il modello “di ente di secondo grado” proposto dalla Delrio, Per Nicotra “va in questa direzione perché è originale, a differenza delle altre realtà europee, e soprattutto perché tiene conto del forte valore identitario dei nostri Comuni”. Un modello “innovativo”, dunque, che secondo il vertice operativo Anci “dovrà mirare al massimo della semplificazione, coinvolgendo tutti i Comuni dell’area e favorendo la gestione associata e, laddove possibile, la fusione tra enti; il tutto però lasciando discrezionalità decisionale ai sindaci, in modo da permettere loro di scegliere quali funzioni associare e come stare insieme; cosa peraltro contenuta nella proposta Anci sulla riforma dell’associazionismo a cui stiamo lavorando con il ministero dell’Interno”.
“Il 2015 – ha poi aggiunto Nicotra – è stato un anno di transizione. Mancano infatti ancora risposte sul versante delle funzioni e delle risorse, anche se, su quest’ultimo aspetto, nella Legge di Stabilità siamo riusciti ad evitare il raddoppio del taglio, che comunque resta, per il 2016, di 250 milioni. L’Anci si augura quindi che il nuovo anno porti al decollo delle Città metropolitane, che dovrà sostanziarsi tramite un riconoscimento pieno da parte delle Regioni, fin qui dimostratesi antagoniste della riforma, e tramite il riconoscimento del quel ruolo di pivot che la stessa Delrio consegna al nuovo ente. Perseguiremo anche una forte semplificazione burocratica nella delicata partita relativa del personale che pensiamo debba essere formato secondo una visione manageriale che valorizzi l’attività e il lavoro degli uffici in chiave diversa rispetto al passato”. (ef) - da www.anci.it

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