Il PNRR pesa 150 milioni sui bilanci delle Province
UPI: “Il PNRR pesa 150 milioni sui bilanci delle Province. Utilizziamo i fondi non spesi per coprire questi extracosti”.
“L’aumento dei costi per la messa a terra degli oltre 1.750 progetti di edilizia scolastica, causato dai prezzi dei materiali e dell’energia schizzati alle stelle, è stato coperto in buona parte con risorse proprie delle Province. Tra i 120 e i 150 milioni che pesano sui bilanci degli enti, in buona parte frutto di accensione di mutui, che abbiamo dovuto destinare agli investimenti del PNRR per evitare il rischio di gare deserte e portare così a termine la missione che ci è stata assegnata: la costruzione di nuove scuole, la messa in sicurezza di quelle esistenti, la realizzazione di nuove palestre. Gli strumenti introdotti dal Governo, come il Fondo Opere Indifferibili, sono stati una risposta importante ma sufficiente. Considerato che, anche a causa di problemi di bilancio, alcuni interventi potrebbero essere revocati o definanziati, chiediamo che le risorse non utilizzate dal comparto restino a disposizione degli interventi di edilizia scolastica per le scuole superiori, così da essere utilizzati per coprire le spese maggiori degli investimenti avviati o conclusi. L’obiettivo di questo decreto dovrebbe essere quello di imprimere una forte accelerazione alla spesa del Piano, ma senza misure straordinarie e semplificazioni non sarà possibile rimuovere quei blocchi che ad oggi rallentano pesantemente i flussi di cassa”.
È la priorità che il rappresentante di UPI Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca ha avanzato alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, in audizione sul nuovo PNRR, presentando le richieste delle Province: dal fondo per coprire gli extracosti alle semplificazioni per accelerare la spesa degli investimenti in edilizia scolastica, fino alle risorse per la digitalizzazione delle Province.
“Chiediamo che sia garantito alle Province – ha detto il Presidente Menesini – ciò che è stato riservato a tutta la PA, e cioè il finanziamento dei processi di trasformazione digitale di loro competenza. Occorre destinare un fondo di almeno 50 milioni a queste istituzioni per permetterci di esercitare in modo adeguato le funzioni fondamentali di raccolta ed elaborazione dati previste dalla legge. Su questi temi – ha concluso – ci aspettiamo risposte nell’iter parlamentare di esame e conversione del testo”.
UPI