Il decreto sugli enti locali

In cottura da settimane, il decreto enti locali entra finalmente nell'ordine del giorno del consiglio dei ministri convocato per questa sera, ed è già una notizia. Ma è dall'evoluzione del testo, che negli ultimi giorni si è allungato imbarcando un ricco ventaglio di articoli aggiuntivi, che arrivano le novità più interessanti per imprese e contribuenti. Alle prime guarda la nuova puntata dello sblocca-debiti che, come anticipato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa di martedì, potrebbe liberare fino a 4,85 miliardi per consentire agli enti territoriali di liquidare ai propri fornitori anche le fatture scadute nel 2014.

Il meccanismo
Le prime due puntate, scritte dal Governo Letta nel 2013 e dal Governo Renzi nel decreto sul «bonus Irpef» dell'aprile 2014, avevano infatti coperto le partite che si erano incagliate fino al 2013, ma nemmeno lo scorso anno i pagamenti da parte delle Pa sono stati regolari. Anche grazie al recupero di somme già stanziate e non utilizzate nelle tappe precedenti, il fondo per la liquidità della Pubblica amministrazione torna a rianimarsi con due miliardi per i pagamenti delle Regioni, altrettanti per gli enti del servizio sanitario e 850 milioni per Province e Comuni. Si tratta, come sempre, di anticipazioni di liquidità, che gli enti dovranno restituire con un piano di ammortamento fino a 30 anni, ma per partecipare a questa nuova tranche bisognerà dimostrare di essere stati puntuali nei precedenti episodi della serie: le risorse, che dovrebbero essere assegnate entro i primi giorni di luglio secondo una procedura che il testo deve ancora definire nei dettagli, saranno infatti riservate a chi può certificare di aver pagato almeno il 75% dei vecchi debiti finanziati con le precedenti anticipazioni di liquidità.

Il fondo Tasi
Per i contribuenti arriva invece la replica, in tono un po' minore, del fondo per finanziare le detrazioni Tasi sull'abitazione principale. Le ultime bozze parlano di 530 milioni di euro (l'anno scorso erano 625 milioni), che dovrebbero anche compensare i Comuni dei tagli di troppo effettuati con l'ultimo decreto sull'Imu agricola (la verifica dei gettiti effettivi dovrebbe arrivare entro fine mese). In questo modo, il Governo evita il rischio di una caduta generalizzata degli sconti attribuiti dai Comuni nel 2014.

Personale
Il provvedimento che dovrebbe essere approvato oggi torna poi sul terreno delicato della riforma delle Province, nel tentativo di sbloccare una mobilità del personale finora rimasta incagliata. Prima di tutto, il blocco delle assunzioni negli enti che hanno sforato il Patto o impiegato in media più di 90 giorni per pagare le proprie fatture nel 2014 (dal calcolo escono quelle interessate dagli sblocca-debiti) non si applica per i contratti a termine degli enti di area vasta e per la ricollocazione del personale ex provinciale nei Comuni. L'ultima bozza, poi, conferma le ipotesi circolate nelle scorse settimane di ricollocare il personale dei centri per l'impiego attraverso le Regioni, in attesa dell'avvio dell'agenzia nazionale prevista dal Jobs Act: sempre che sia facile trovare l'intesa con i Governatori, che nell'ultima bozza del decreto vedono spuntare i 2,35 miliardi di tagli alla sanità anche se l'accordo non è ancora stato raggiunto. Un capitolo importante è poi dedicato ai bilanci comunali, con la norma chiamata a permettere la rinegoziazione dei mutui anche a chi è in esercizio provvisorio e i correttivi alla riforma dei bilanci al debutto quest'anno in tutti gli enti locali. (da ilsole24ore)

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