La local tax dal 2016

La local tax assorbirà Imu, Tasi, addizionali Irpef oltre alle tasse sull’occupazione di suolo pubblico e sui passi carrai e quelle sulle affissioni pubblicitarie. Lascerà in vita solo la Tari (la tassa sui rifiuti). La nuova Tassa verrà gestita interamente dai Comuni che potranno decidere secondo le loro esigenze contabili le aliquote. Come è di prassi in questi casi, lo Stato centrale deciderà l’aliquotà massima e quella minima. All’interno di questa forbice i comuni applicheranno quella che vorranno. La legge entrerà in vigore con la legge di Stabilità 2015. Il Premier Matteo Renzi ha spiegato di voler introdurre la local tax per semplificare gli oneri a carico del contribuente che non riusciva a districarsi nella giungla delle tasse che erano venute a stratificarsi nel tempo. Aliquote a parte, la local tax sarà più semplice da pagare e non costringerà i cittadini a dover ricorrere obbligatoriamente al commercialista o al Caf. Una tassa più semplice da pagare, ma la vera novità consiste nel fatto che dal 2016 la tassa sulla prima casa non si pagherà più. “I parametri di Maastricht –ha dichiarato Renzi - sono vecchi e fuori luogo ma noi li rispetteremo perché non vogliamo che la curva del debito continui a crescere.

La local tax dovrebbe decollare solo dopo aver completato la riforma del catasto. Chi è proprietario di una o più case, attualmente paga le relative tasse in base alle ‘rendite catastali’, quei parametri che troviamo sull’atto di compra-vendita dell’immobile rispetto al vecchio catasto. Ma i tempi di questa riforma sono ancora incerti, mettendo in crisi tutto l’impianto del progetto annunciato. Le coperture? Pier Carlo Padoan ha precisato che  l’Italia chiederà a Bruxelles maggiore “flessibilità“. Cioè il permesso di fare più deficit a fronte delle riforme messe in campo in questi mesi. Il titolare del Tesoro ha spiegato, infatti, che Roma farà “in modo di utilizzare al meglio gli spazi di manovra e gli strumenti previsti dai Trattati”. Compresa, forse,  la cosiddetta clausola per gli investimenti, quella che consente di non conteggiare nel calcolo del deficit il contributo al nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici,  che per l’Italia varrebbe 6-8 miliardi. Comunque, ha affermato, “è del tutto prematuro parlare di cifre”. In ogni caso “il premier ha indicato un mix di politiche: taglio di tasse e investimenti, in un quadro in cui il debito scende e si rispettano le regole comuni”. Si tratta evidentemente di progetti molto corposi sulla finanza locale, ma ancora poco precisi sulle compatibilità economiche. - da www.anci.it

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