La certezza delle risorse finanziarie

“Per rafforzare la ripartenza c'è bisogno di un messaggio di serenità e tranquillità al Paese. E quel messaggio passa dal taglio delle tasse sulla prima casa, che è giusto”. A poco più di un mese dal varo della legge di stabilità, Matteo Renzi difende la sua 'road map'. Rassicura i Sindaci: riavranno le risorse sottratte con l'abolizione di Imu e Tasi. Avverte l'Europa che l'Italia punta a portare a casa il massimo di flessibilità e il deficit l'anno prossimo “non sarà all'1,4%” come prevede il fiscal compact. Spiega ai cittadini che sulla flessibilità delle pensioni arriverà “a mesi”, quando sarà possibile, un intervento del Governo, ma “a costo zero”. E più in generale invia un messaggio agli avversari interni, che dalle riforme alla manovra gli annunciano un autunno difficile: “Non vado alla ricerca di accordi a tutti i costi, ma vado avanti per rendere il Paese più semplice, perchè l'Italia può ripartire. E riparte”. Dopo l'intervento a Cernobbio e la chiusura della festa dell'Unità a Milano, Renzi ha aperto la nuova stagione politica con una lunga intervista nel salotto di Porta a Porta. Nella quale ha ribadito che, dall'immigrazione alle riforme, fino alla politica economica, non intende deviare dalla via già tracciata, perchè è “giusta” e “seria”. Seria sul fronte internazionale, dove l'Italia tiene ferma la posizione sull'immigrazione (“Ora gli altri si stanno accodando”) e non aderisce a iniziative “spot” come l'intervento militare in Siria che Francia e Inghilterra stanno studiano.

Giusta sul fronte interno, dalle misure economiche alla scuola (“Capisco la rabbia degli insegnanti ma parlare di 'deportati’ è ingiusto”, afferma). E così avanti sulla via tracciata anche sul fronte economico. Il puzzle della legge di stabilità è ancora in via di composizione. Ad esempio, spiega Renzi, per il Sud sono allo studio ipotesi diverse, da un credito d'imposta da 2 miliardi alla proroga di un anno degli sgravi fiscali per le assunzioni. Di Ires si parlerà nel 2017 e di Irpef nel 2018. Ma un punto fermo resta: via nel 2016 la tassa sulla prima casa per tutti. “Non regge – ha affermato il premier - la richiesta da sinistra di progressività, perchè l'abolizione non agevola i ricchi, in quanto si continuerà a pagare per seconde, terze, quarte case”. Quanto alle risorse, Renzi ha rivendicato che sulla flessibilità l'Europa si sta spostando sulla posizione italiana. E l'Italia anche quest'anno si batterà per ottenere il massimo possibile, andando oltre l'1,4% di deficit previsto dal fiscal compact, un insieme di regole che i Governi del passato hanno voluto. (alm) - da www.anci.it

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