Confindustria: no al taglio Imu
Incontro, nel pomeriggio, fra il presidente del Consiglio Enrico Letta e il leader di Confindustria Giorgio Squinzi. Un colloquio avvenuto dopo che il premier aveva ricevuto il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, impegnato a fissare coperture e tempistica dei primi provvedimenti economici del nuovo Governo. Ottimismo, da parte di Squinzi, sul lavoro dell'Esecutivo, che come priorità ha il lavoro e la crescita, dato che - è la tesi di viale dell'Astronomia - «è assolutamente più importante intervenire sulla tassazione del lavoro che sulla casa». Questo il messaggio lanciato da Squinzi anche stamane, al Politecnico di Milano, per ricordare i 50 anni del Nobel per la chimica a Giulio Natta. Il numero uno degli industriali si è detto «ottimista che Letta ce la possa fare se non gli mancherà il consenso politico delle parti che hanno formato il governo» e ha evidenziato come, su ricerca e università, con il titolare di Palazzo Chigi si trovi sulla stessa lunghezza d'onda: «sono favorevole a questo governo - ha detto - soprattutto al presidente del Consiglio, perché lo conosco e so come la pensa e quale è la sua sensibilità su questi temi». «Sono convinto - ha aggiunto - che non mancherà di agire coerentemente».
Quanto all'Imu, oggetto di scontro tra le due componenti principali della maggioranza che sostiene l'esecutivo, con il Pdl che ne reclama addirittura la restituzione per non far «saltare tutto», secondo Squinzi «si tratta di vedere bene cifre e numeri», aggiungendo che «la priorità in questo momento è il lavoro e ritrovare la crescita». In base alla proposta di Confindustria, infatti, bisogna «ridurre del 9% la tassazione sul lavoro», facendo perno sulla «neutralizzazione del costo del lavoro dal calcolo degli imponibili Irap». Un provvedimento che, sottolinea, «deve essere adottato e avrebbe come risultato complessivo quello di ridurre del 9% il costo del lavoro». Sempre in tema di lavoro, poi, Confindustria «si aspetta da questo governo» quella «revisione della riforma sul lavoro» che chiede «da un po' di tempo» e che, dopo una fase di collaudo iniziale, era stata promessa anche dall'ex ministro Elsa Fornero. L'intervento deve essere «finalizzato alla creazione di nuovi posti e alla salvaguardia dei meccanismi di sicurezza sociale (cassa integrazione e altri, ndr) che in questo momento sembrano un pò in pericolo per mancanza di fondi».
Quello del lavoro, del resto, secondo Squinzi, è un «problema sociale serio del Paese» sul quale, dice, «dobbiamo impegnarci per intervenire e ritrovare la crescita e la capacità di generare occupazione». Temi su cui il leader degli industriali non risparmia una stoccata al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo: «Non possiamo ascoltare senza reagire - ha detto ricordando Natta, inventore del polipropilene - lezioni sulla deindustrializzazione del Paese». «La decrescita felice, cavallo di battaglia del Movimento, non può esistere - ha puntualizzato Squinzi - e dobbiamo fare un ulteriore sforzo per una mobilitazione generale che miri a costruire sviluppo, e non a distruggere lavoro ed occupazione»