I sacrifici della legge di stabilità

TORINO – “Questa legge di Stabilità, dopo 5-6 anni non prevede aggravi per i Comuni ed anche per le città metropolitane. E’ un fatto molto rilevante che tiene conto della volontà del governo di accompagnare una ripresa tendenziale che si deve consolidare e manifestarsi in modo omogeneo”. Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore delle Città metropolitane dell’Anci, intervenuto all’ultima giornata dei lavori dell’assise dell’associazione.
Rispondendo alle domande del vice direttore del Sole 24 Ore, Salvatore Padula, sulla necessità di un fisco locale che coniughi responsabilità ed autonomia, Nardella ha sottolineato come “una volta tanto la manovra non costringe gli amministratori a mettere mano alle tasse locali, ma consente loro di fare quello che abbiamo sempre voluto: dedicare attenzione alla qualità dei servizi e sostenere gli investimenti locali”.
Il coordinatore Anci plaude poi all’eliminazione del patto di stabilità: “uno strumento che denota l’aspetto più regressivo di una mentalità Ue, burocratica ed oppressiva che se ha messo sotto controllo la spesa pubblica, si è rivelato un elemento di peso micidiale. Abbiamo – denuncia il sindaco di Firenze - 80 milioni euro di strade già previste in bilancio, con progetti esecutivi già approvati e non possiamo fare le gare”. Ora, si augura, “possiamo fare almeno le strade e le scuole, le cose su cui i cittadini ci chiedono risposte verificate”.
Elementi positivi nella manovra Nardella li vede anche sul versante delle Città Metropolitane. “Sono stati azzerati i tagli, e questo - sottolinea - non va solo a loro beneficio, ma è anche una grande opportunità per i Comuni dell’area metropolitana che non devono vivere in contrapposizione con il centro”.
Infine, dal sindaco di Firenze uno sguardo di prospettiva sul ruolo dei Comuni. “La sfida dei prossimi anni è quella di riprendere in mano il principio costituzionale dell’autonomia, ad iniziare da quella fiscale. Su questo punto – conclude Nardella -  sono fiducioso per l’avvio di un dialogo franco con governo”. (gp) - da www.anci.it

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