Eliminazione spesa improduttiva
“Sono un sostenitore convinto di questo governo, ma non credo che arriverà una deroga al patto di stabilità. L’esecutivo dovrebbe essere più coraggioso nelle sue decisioni e non limitarsi a trovare poche risorse: si intervenga sulle cose impopolari, ad iniziare dalla spesa pubblica improduttiva. Ma si tenga fuori quella di investimento, perché toccandola alla lunga si crea soltanto depressione”. E’ l’invito al governo che arriva dal presidente facente funzioni dell’Anci, Alessandro Cattaneo, che ha concluso la prima sessione dei lavori della V Assemblea degli amministratori under 35 che si sta svolgendo a Mirandola nel modenese.
Rispondendo alla disponibilità di una revisione del patto, espressa dal sottosegretario all’istruzione Galletti, il presidente facente funzioni dell’Anci si dichiara più che scettico e torna a ribadire il sacrificio messo in campo dalle amministrazioni comunali: “Negli ultimi cinque anni i Comuni hanno dato al risanamento nazionale qualcosa come 15 miliardi di euro. Mi sembra impossibile che, su un bilancio statale di 800 miliardi, non si riescano a trovare poche risorse, visto che l’Imu sulla prima casa vale 4 miliardi e l’intero gettito dell’imposta ne vale 24”.
La strada indicata dal presidente Anci è quindi quella di rivedere la ‘gabbia del patto’ incidendo in profondità sulle spese correnti. “Mi rendo conto che questo significa affrontare il tema del clientelismo anche nelle nostre amministrazioni, ma è lì che dobbiamo colpire se vogliamo vincere una partita da cui dipende il futuro del nostro Paese”, ha sottolineato.
Un tema questo che, per Cattaneo, si intreccia con quello della responsabilità che gli amministratori devono dimostrare nella loro attività sul territorio. “Il cambiamento in Italia sarà possibile solo se avremo il coraggio di portare avanti ogni giorno una mentalità diversa, prendendoci le nostre responsabilità e dicendo basta alla cultura dei lacci e laccioli che ha ingessato il nostro Paese”, ha affermato rivolgendosi alla platea dei giovani amministratori.
Il cambiamento, quindi, per il giovane presidente Anci è possibile, ma passa esclusivamente dal coraggio delle scelte e dal pieno coinvolgimento dei Comuni nei processi di riforma. “Con il nostro sforzo abbiamo dimostrato di essere l’unico comparto in grado di fare economie vere. I Comuni sono le cellule vitali di questo Paese, per questo – ha concluso - dobbiamo partecipare da protagonisti a tutti i tavoli di confronto che si stanno avviando con governo e Parlamento”.
Poco prima dell'intervento del presidente Anci, ha parlato alla platea il coordinatore nazionale di Anci Giovani, Nicola Chionetti: “Occorre una nuova cultura delle autonomie - ha detto - che punti su riforme vere ed efficaci. Per far questo i giovani amministratori possono aiutare Anci ad assumere un ruolo sempre più centrale dei i Comuni nelle scelte di governo del Paese”.
Il sindaco di Dogliani ha affrontato per primo il tema delle riforme che ha considerato “non più rinviabili, prima fra tutte un Senato federale che definisca meglio il federalismo fiscale. Occorre inoltre ridefinire il ruolo delle Regioni - ha proseguito- per evitare che prenda piede un nuovo centralismo regionale. Poi c’è la questione della definizione dei vari ruoli istituzionali.
Dobbiamo andare verso prospettive europee dove si sappia con certezza di chi sono e quali sono le competenze. Non è possibile, ad esempio, vedere modificare ogni giorno i regimi fiscali degli enti locali. E l’Imu, che oggi c’è e domani no – ha aggiunto il coordinatore Anci – rappresenta alla perfezione cosa accade nel nostro Paese”.
Per fare cio’ però Chionetti ha chiesto che Anci “assuma un ruolo centrale per definire il ruolo dei Comuni all’interno del governo del Paese in una prospettiva europea”. “La nostra responsabilità – ha concluso il sindaco di Dogliani – è quella di avere coraggio e fiducia nella possibilità che il Paese possa ripartire. Dipenderà anche dai giovani amministratori che sono pronti a fare la propria parte”