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La fiscalità locale

Anci pubblica la lettera che il presidente dell’Anci Piero Fassino ha inviato al direttore di 'Repubblica" Mario Calabresi in tema di informazione e fiscalità locale.
                                               
Caro Direttore,
Continuano a circolare sul tema della fiscalità locale cifre, analisi, giudizi spesso inesatti e anche strumentali, che quasi mai tengono conto dei molti cambiamenti normativi che sono piovuti addosso ai Comuni e che sono intervenuti nel corso di pochi anni nella tassazione sulla casa, passata – in poco tempo- da ICI a IMU a TASI. Con continue modifiche di aliquote e modalità applicative. Ma soprattutto non si può seriamente parlare degli incrementi della fiscalità locale senza contemporaneamente fornire i dati relativi ai tagli subiti in questi anni dai Comuni, i quali dal 2010 a oggi hanno visto ridotte le loro risorse per circa 18 miliardi di euro, cifra in alcun modo compensata dagli incrementi molto più bassi della fiscalità locale.
Per altro andrebbe sempre ricordato che gran parte dell’introito fiscale su casa e beni immobili viene incamerato dallo Stato, lasciandone ai Comuni una esigua parte.
Insomma rappresentare i Sindaci come ossessionati dalla volontà di aumentare le tasse a tutti i costi è falsa e anche offensiva.
Semmai bisognerebbe apprezzare il fatto che gli incrementi fiscali sono stati contenuti in misura inferiore ai tagli subiti.
E se i Comuni hanno continuato a garantire asili, scuole materne, assistenza agli anziani, trasporto pubblico, sostegni ai disabili, contrasto alle povertà e altre politiche al servizio dei loro concittadini, ciò è avvenuto perché ogni Sindaco ha riorganizzato il proprio bilancio, razionalizzato la propria macchina comunale, ha ridefinito le priorità della propria spesa, operando ogni giorno con oculatezza per non scaricare sui propri cittadini i tagli decisi dal governo nazionale.
Quando ha dovuto ricorrere a incrementi fiscali, lo ha fatto nella misura minima necessaria e proprio perché non era possibile garantire i servizi in altro modo.
Questa è la verità completa e questa va spiegata in ogni momento e in ogni occasione in cui si rappresenta ai cittadini il ruolo impegnativo dei Comuni e le loro politiche anche contributive, al servizio delle comunità e non contro di loro.
Grato per la pubblicazione,
Piero Fassino Presidente Anci

I comuni tra tagli e tasse

Sempre più spesso, anche su testate nazionali, si dà evidenza di dati e comparazioni, in tema di finanza locale, che meritano una precisa puntualizzazione. Talvolta non si tiene conto di importanti cambi di regime normativo. Al riguardo, il noto decreto «Salva Italia» del dicembre 2011 ha aumentato la pressione fiscale sulla casa a tutto e solo vantaggio delle casse statali.

Un lungo periodo di tagli

Il periodo 2010-2015, ad esempio, è stato caratterizzato da un ingente taglio di risorse subito dai Comuni e da uno rivolgimento dei tributi locali.

Si è iniziato con il decreto dell'estate del 2010 che, in piena enfasi da federalismo fiscale, ha inferto un colpo esiziale alla sua stessa attuazione, operando un ingente taglio alle risorse comunali di 2 miliardi e mezzo, assolutamente inaudito.

Poi, nell'incalzare della gravissima crisi finanziaria di fine 2011, il Governo ha deciso di introdurre nel 2012 l'Imu, estesa anche alla prima casa. E con quella manovra poderosa, non solo si è reintrodotta la tassazione sulla prima casa ma sono stati aumentati anche i coefficienti su tutti gli immobili, con un guadagno necessario a favore dello Stato. Quella operazione è stata a saldo zero per i Comuni ma a saldo positivo per le casse erariali, manovra richiesta, come sappiamo, dall'Europa.

Le perdite dei Comuni

Un cospicua parte degli aumenti di prelievo locale – in questi giorni, abbiamo letto i dati relativi ad alcune delle città maggiori dove si vota nel 2016 – deriva dunque da un'imposta statale sugli immobili "travestita" da nuovo pilastro della finanza locale:

• passando dall'Ici all'Imu aumentano i moltiplicatori e l'aliquota di base, con un aumento interamente "compensato" dallo Stato con un prelievo/taglio sui trasferimenti statali ai Comuni, di oltre 3 miliardi di euro;

• l'Imu concede maggiori margini di aumento delle aliquote? Vero. E, infatti nel periodo 2011-2015 lo Stato taglia di ulteriori 9 miliardi i trasferimenti residui (ormai azzerati) e impone criteri più restrittivi al patto di stabilità, per 3,5 miliardi.

Complessivamente i Comuni italiani hanno perso 3 miliardi di euro nel passaggio Ici-Imu-Tasi-abolizione dei trasferimenti e, peraltro Anci ha vinto un contenzioso con il Mef, dove il Consiglio di Stato ha stabilito che i conteggi di stima nel passaggio Ici/Imu sono stati errati.

Lo Stato non mette più un euro dei 15 miliardi di trasferimenti del 2010 e, fatti salvi i ristori dei gettiti aboliti nel 2016, i Comuni dal 2015 finanziano loro direttamente lo Stato per 340 milioni all'anno. In conclusione, gran parte del preteso aumento delle tasse locali degli ultimi anni, è andato in realtà allo Stato sia come nuove entrate che come tagli ai Comuni.

In questo quadro, i Comuni hanno assistito a continui cambi di politica sull'abitazione principale, con i conseguenti spostamenti obbligati di tassazione, prima a carico dell'abitazione principale (Imu 2012), poi parzialmente sulle seconde case e sugli immobili commerciali, avvenuti in seguito alla Tasi nel 2014-15.

Conti sotto controllo

È bene però dire che nello stesso periodo è anche successo questo: si è ridotta la spesa corrente; la spesa di personale è scesa di oltre il 10%, anche per effetto di vincoli specifici stabiliti da leggi contraddittorie, con una situazione attuale di grave criticità a garantire alcuni servizi e competenze essenziali; la spesa in conto capitale fortemente contratta negli anni considerati a causa dei vincoli del Patto di stabilità finalmente ha ripreso a crescere (+16% nel 2015), in corrispondenza al progressivo abbandono delle regole di patto - traguardo realizzato grazie alla battaglia dell'Anci - e allo sblocco degli avanzi forzosi di bilancio accumulati nel tempo, che costituiscono uno dei più rilevanti contributi alla crescita di cui il Paese può disporre; i conti dei Comuni sono sotto controllo attraverso una riforma della contabilità molto incisiva, cui i Comuni non si sono sottratti, nonostante le difficoltà che comporta e come spesso è accaduto in Italia sono i sindaci ad aver accettato questa nuova sfida.

Anche nelle grandi città le stesse dinamiche hanno agito in profondità. Il confronto con il 2010 risulta falsato se consideriamo inoltre, che l'abitazione principale nel 2010 era esclusa per legge dai tributi immobiliari, oltre a ciò che abbiamo già suesposto.

Sono processi più complessi da spiegare, ma spetta a tutti noi e al mondo dell'informazione fornire ai cittadini e all'opinione pubblica dati che tengano conto dei percorsi reali, imputando correttamente le responsabilità ed evitando raffigurazioni sommarie.

Il cambio di rotta

In questa vicenda lo Stato deve assumere decisioni certo difficili e la testimonianza è data anche dal successivo e continuo balletto sulle tasse sulla casa; una verità è certa, i Comuni alla fine della storia hanno solo subito nuovi tagli, in un contesto peraltro di trasferimento di nuove competenze e oneri. Solo il 2016 è l'anno senza tagli e deve continuare così, anzitutto il nostro impegno è affinché i Comuni recuperino entrate per migliorare i servizi ai cittadini, e poi c'è tanto da fare per sostenere lo sviluppo del Paese. Siamo lontani dal poter esercitare una autonomia sana e responsabile pienamente conforme alla nostra Costituzione.

I sindaci non mollano e se qualche volta arretrano, questo avviene per forza maggiore, e quando ciò accade arretra anche il Paese, è bene che chi decide e sceglie ne sia sempre consapevole. di Veronica Nicotra Segretario generale Anci

I diritti di rogito del vice segretario

rogito1La Ragioneria Generale dello Stato fornisce chiarimenti in merito al riconoscimento dei diritti di rogito al vice segretario, titolare di posizione organizzativa, che in assenza del Segretario Generale roghi gli atti dell’ente.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili, per gli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Personale

I risparmi del turn over e il fondo risorse

rotazione1Le regioni e gli enti locali che hanno conseguito gli obiettivi di finanza pubblica possono compensare le somme da recuperare anche attraverso l’utilizzo dei risparmi effettivamente derivanti dalle misure di razionalizzazione organizzativa adottate ai sensi del comma 221, certificati dall’organo di revisione, comprensivi di quelli derivanti dall’applicazione del comma 228.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Personale

Il codice degli appalti e gli approfondimenti

latte1Si pubblicano una serie di interventi di Luigi Oliveri sul tema del nuovo codice dei contratti pubblici. Si tratta dello scadenzario delle fasi di procedura informale per gli appalti superiori a 40 mila euro e inferiori alle soglie comunitarie, in tema di forniture e servizi.

Sul tema del codice degli appalti Asfel ha predisposto interessanti proposte formative di elevata qualità, che puoi consultare qui.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

La somma urgenza nell'armonizzazione

urgenza1Con la deliberazione, la Corte dei conti ha risposto alla richiesta di parere avanzata il Comune chiede a questa Sezione un parere circa la corretta applicazione del combinato disposto degli artt. 191, comma 3 e 194, comma 1, let. e) del TUEL.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Armonizzazione

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