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La sponsorizzazione negli enti locali

sponsorizzazione1Il contratto di sponsorizzazione è il contratto, di norma concluso in forma scritta, per mezzo del quale un soggetto (sponsor) si obbliga a versare una somma di denaro o a fornire beni, o a prestare servizi o a eseguire lavori a favore di un altro soggetto (sponsee), che a sua volta si impegna nei confronti del primo a promuoverne il nome, l’immagine, il marchio il logo o altri messaggi, attraverso iniziative, eventi o altre forme di comunicazione.

Ulteriori note e documenti sullo stesso argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

La normativa antiriciclaggio

anticorruzione7Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il D.M. 25 settembre 2015 con cui il Ministero dell’Interno definisce gli indicatori di anomalia per l’individuazione delle operazioni sospette di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo da parte degli uffici della pubblica amministrazione.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili, inoltre, nel menù: Normativa-Leggi Enti Locali

L'avvalimento dei requisiti finanziari

appalti12Nel caso di avvalimento di requisiti finanziari, ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. n. 163 del 2006, la prestazione oggetto specifico dell'obbligazione dell'ausiliaria non si riflette nella messa a disposizione di mezzi materiali, strutture o attrezzature, bensì dal suo impegno a garantire con le proprie complessive risorse economiche (il cui indice è costituito dal fatturato) l’impresa ‘ausiliata’. Così la sentenza del 2 ottobre 2015 del Consiglio di Stato, Sezione III.

La notizia indicata e ulteriori documenti e note sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione del'ente-Appalti,Trasparenza e Anticorruzione

Le notifiche tramite pec

pec1Il Consiglio di Stato, Sezione III, con la sentenza del 14 settembre 2015 si occupa della validità delle notifiche degli avvocati tramite pec, ai sensi della legge n. 53 del 1994, dopo che la sezione sesta, con la sentenza n. 2682 del 28 maggio 2015, si era pronunciata in senso positivo.

La notizia è contenuta nella newsletter settimanale che è inivata agli Associati, i quali la possono consultare anche nella sezione: Newsletter - News settimanale

I pagamenti dei lavori finanziati

Oggetto: clausole relative alle modalità di pagamento dei lavori pubblici finanziati in tutto o in parte da soggetti esterni.

E’ stata segnalata all’Autorità la circostanza che in diversi bandi di gara relativi all’affidamento di lavori pubblici viene inserita una clausola che subordina i  pagamenti dovuti all’impresa esecutrice all’ottenimento di finanziamenti da parte di soggetti terzi (es. finanziamenti derivanti da fondi europei) ovvero a risorse non ancora a disposizione - quanto meno in termini di cassa - da parte della stazione appaltante.
Come noto, il principio di buon andamento di cui all’art. 97 Cost. unitamente alle previsioni dell’art. 81 Cost. impone che i provvedimenti comportanti una spesa siano adottati soltanto in presenza di idonea copertura finanziaria. In attuazione di tali principi, ad esempio, il d.lgs. 267/2000, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, prevede che «gli enti locali possono effettuare spese solo se sussiste l'impegno contabile registrato sul competente programma del bilancio di previsione e l'attestazione della copertura finanziaria di cui all'articolo 153, comma 5 (art. 191, comma 1)».
Pertanto, la stazione appaltante ha l’onere di verificare ex ante  la sostenibilità finanziaria degli interventi che intende realizzare, anche in considerazione dei limiti posti dal patto di stabilità,  garantendone  la permanenza anche in fase di esecuzione, coerentemente a quanto previsto nel bando di gara che,  a norma dell’art. 64 d.lgs. 163/2006, deve contenere, tra l’altro, le informazioni di cui all’allegato IX A del Codice dei contratti pubblici, ivi incluse quelle relative alle modalità essenziali di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni in materia.
Su tale ultimo punto, si precisa che la specifica disciplina dei termini e delle modalità di pagamento previste nella lex specialis deve essere conforme alle prescrizioni normative di cui al d.lgs. 9.10.2002 n. 231, come modificato dal d.lgs. 9.11.2012 n. 192. Si richiama  in merito la determinazione dell’Autorità n. 4 del 7.7.2010, nella quale è indicato che «non può ritenersi sufficiente che la stazione appaltante per derogare alla suddetta normativa puntuale, faccia in sede di bando di gara un generico richiamo alla necessità del rispetto del patto di stabilità interno. Eventualmente,  in via del tutto eccezionale, il bando potrà indicare quelle condizioni oggettive, specificamente individuate, che impediscono alla stazione appaltante di rispettare le condizioni di pagamento imposte dalle norme, purché le stesse non siano imputabili alla violazione del dovere generale che grava sulle amministrazioni pubbliche di verificare la compatibilità del programma dei pagamenti con i relativi stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica».
Si rileva, infine, che la previsione di termini e modalità di pagamento incerti, in quanto legati a finanziamenti ottenuti ma non ancora erogati, oltre a non poter garantire la tassatività dei termini di pagamento prescritta dal diritto comunitario e nazionale, genera problematiche connesse alla sostenibilità della partecipazione alle gare stesse da parte dei soggetti privati, riducendone gli incentivi ed alterando, in tal modo, le condizioni di concorrenza sul mercato.

Raffaele Cantone

L'inutile patto di stabilità interno

Il patto di stabilità interno "deve essere archiviato perchè a differenza di quello che tutti pensano è una congettura tutta italiana". Lo ha spiegato il presidente di Ifel-Anci e sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, parlando in un'intervista ad Askanews delle richieste avanzate dall'Anci sulla legge di stabilità che il Governo sta mettendo a punto.Secondo  Castelli il patto di stabilità "dobbiamo superaralo e, allo stesso tempo, dobbiamo evitare che le nuove norme possano produrre ulteriori effetti di inibizione degli investimenti".
Il riferimento del presidente dell'Ifel è al pareggio di bilancio: "è utile un differimento delle norme che lo impongono dal 2016 perchè rischiamo che il patto uscito dalla finestra possa rientrare dalla porta".Per questo, ha aggiunto Castelli, "speriamo  che dalla legge di stabilità arrivino segnali inequivoci", perchè con l'applicazione della norma sul pareggio di bilancio "c'è il rischio di una flessione del 24% degli investimenti locali". Bisogna tenere conto, ha concluso, che "quello del Comune è un investimento sicuro: sono soldi liquidi inseriti nel circuito delle piccole e medie imprese".
Lo stesso Castelli si è soffermato sull’abolizione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa che "deve essere il primo passo di un processo di riordino della fiscalità locale". A suo dire, si tratta di "una revisione di cui i Comuni hanno grande bisogno" anche perchè "negli ultimi cinque anni, i Comuni hanno subito 5 modifiche di quello che è il principale aromento, decisivo, al quale attingere fondi per assicurare i propri servizi".
Per quello che riguarda l'abolizione dell'Imu  e della Tasi "siamo ancora di fronte ad un'iniziativa spot", ma la speranza "è che sia il presagio di un ragionamento più complessivo". Secondo Castelli  sono "due le ragioni che abbiamo messo insieme per essere per certi versi sfidanti del Governo: a Renzi abbiamo detto che se è vero che la ripresa comincia timidamente a lanciare qualche presagio, facciamo in modo che questa ripresa sia aggianciata al fatto che i Comuni tornano ad investire".Da questo  punto, ha aggiunto il sindaco Castelli, la richiesta "di una restituzione 'paro paro' del gettito Imu-Tasi, ma anche la possibilità di liberare investimenti". Perchè, ha concluso, "l'investimento locale è una spesa buona che può favorire la crescita del paese".
Ultimo tema affrontato quello delle partecipate: “Abbiamo accettato la sfida di una revisione profonda sulla parte di quelle partecipate che presentano rendimenti con le attese. Attenzione però: non bisogna buttare via il bambino con l'acqua sporca perchè c'è un 70% delle partecipate che nel campo dell'energia e dei rifiuti produce rendimenti importanti".
Il sindaco di Ascoli aggiunge: “Non vorremmo che dietro il  moralismo anti partecipate si nascondesse la volontà di riproporre privatizzazioni che sottrarrebbero al sistema pubblico e alla collettività risorse importanti". La legge Madia, ha ricordato Castelli, "stabilisce principi importanti. Siamo pronti ad aderire per evitare che si possano produrre ancora effetti di sperequazioni e sprechi che nessuno di noi vuole, salvo che ci siano norme a presidio del personale che andrà a soffrire di questa stretta sulle partecipate. Bisogna garantire gli ammortizzatori sociali”. (gp) - da www.anci.it

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