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I giovani amministratori

Esiste un ambito della politica in cui la parità di genere non è più una chimera. I giovani amministratori dei Comuni italiani, ovvero un quarto di tutti gli amministratori comunali, sono per il 40% donne. Tra i soli assessori under 35, poi, le deleghe in rosa arrivano a rappresentare una percentuale del 47,4%. E’ uno dei dati più rilevanti dell’indagine condotta dall’ANCI e presentata oggi a Trieste, dove è in corso la VII Assemblea nazionale di ANCI Giovani.
Presenti soprattutto nei piccoli Comuni, e con un livello di istruzione mediamente più alto dei colleghi più anziani, i giovani amministratori (Sindaci, assessori e consiglieri comunali) in carica a inizio del 2016 nei 7855 Comuni monitorati dal ministero dell’Interno sono 23.550, su un totale di 107.186, e rappresentano quindi il 22% degli amministratori comunali italiani, quasi un quarto del totale. Si tratta di 514 Sindaci, 704 Vicesindaci,, quasi 4 mila assessori, 208 presidenti del Consiglio comunale e 18.146 consiglieri.
Giovani amministratori, record equamente diviso tra Nord, Centro e Sud
La presenza di under 35 nelle amministrazioni comunali non risente neanche dello storico gap tra Nord e Sud del Paese che invece si registra su molti altri fronti. Se infatti in numero assoluto è la Lombardia a contare il maggior numero di giovani amministratori nei suoi Comuni (4318), il meridione, con la Calabria, detiene il record delle percentuali, con il 26,7% di giovani amministratori (percentuale che sale al 34,6 se si considerano solo i presidenti del Consiglio). Al centro, e precisamente in Molise, infine, le percentuali più alte di Sindaci (13,2%), vicesindaci (27%) e assessori (27,7%). Su scala provinciale, invece, la maggiore concentrazione di amministratori under 35 si riscontra a Firenze, Crotone, Caltanissetta e Nuoro.
Soprattutto nei piccoli Comuni, ma non solo
Tra i 23550 giovani amministratori di tutti i Comuni italiani, la percentuale più alta si ritrova nei piccoli Comuni. In particolare, il 38,4% presta la sua opera nei Municipi con meno di 2 mila abitanti, ed il 25,7% lo fa invece nei Comuni con popolazione tra i 2 mila ed i 5 mila. La classe politica più giovane avanza però anche nei Comuni medi e piccoli: in particolare, il 14,6% nel Comuni tra i 5 mila ed i 10 mila abitanti, il 10,9 in quelli tra i 10 e i 20 mila abitanti, l’8% nelle Amministrazioni delle città che contano da 20 mila a 60 mila abitanti. Nei centri di maggiori dimensioni, invece, la presenza dei giovani amministratori è inversamente proporzionale alla popolazione: solo il 2,1% nelle città tra 60 mila e 250 mila abitanti; lo 0,3% in quelle con più di 250 mila abitanti.
Deleghe delicate, ma non ‘pesanti’
La ricerca dell’ANCI ha dedicato un focus anche alla natura delle deleghe per gli assessori under 35 nei capoluoghi italiani. Ebbene, un quarto delle deleghe affidate agli assessori giovani nei Comuni capoluogo sono relative a casa, famiglia, scuola e politiche sociali. Di contro, solo l’1% riguarda urbanistica, edilizia privata e salute. Le deleghe tradizionalmente più ‘pesanti’ (Risorse, Patrimonio, Bilancio, Urbanistica, Lavori pubblici) restano dunque prevalentemente in capo ai ‘non giovani’, mentre agli under 35 sono più spesso affidate materie come le attività istituzionali, la comunicazione, la cooperazione internazionale, le politiche comunitarie, la cultura, il lavoro, la casa e l’ambiente. (mv) - da www.anci.it

Il piano d'azione anticorruzione

anticorruzione2L’Open  Government  Partnership  (OGP)  ha  presentato  il  primo  Piano  d’azione nel 2012. Questo piano prevedeva misure  per  la  trasparenza,  l’integrità,  la  semplificazione  e  politiche  di  open data   a  sostegno  della  collaborazione  e  partecipazione  dei  cittadini  all’attuazione delle politiche pubbliche.

Notizie e documenti sull'argomento sono consultabili, per gli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

L'assicurazione per le attività di volontariato

assicurazione2Con la Circolare  l’INAIL illustra che l’art. 1, commi 312-316, della Legge di stabilità 2016, ripropone, per gli anni 2016 e 2017, la copertura assicurativa dell’attività di volontariato ai fini di utilità sociale svolta in favore di comuni o enti locali, con onere a carico dell’apposito fondo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, già disciplinata, in via sperimentale per gli anni 2014 e 2015, dall’art. 12 del d.l. 90/2014, convertito, con modificazioni, dalla l. 114/2014.

La notizia è inserita nella newsletter giornaliera che è inviata agli Associati, che possono consultarla, inoltre, nel menù: Newsletter- News giornaliera

I concorsi per dirigenti

grano1Importante la decisione assunta dalla Conferenza Unificata che ha fatto chiarezza sul possibile sblocco delle assunzioni per i dirigenti nei Comuni. Con questa decisione si restituisce autonomia organizzativa e ci si da maggiore possibilità di programmazione sulle coperture apicali delle amministrazioni che prima sarebbero rimaste vacante”.

La notizia indicata e ulteriori documenti e note sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Personale

Il diritto di interpello

dubbio5L’Ifel ha predisposto uno schema di regolamento sul nuovo diritto di interpello, che rappresenta il recepimento delle nuove disposizioni recate dal d.lgs. n.156 del 2015, recante Misure per la revisione della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Tributi

Indagine sui mutui contratti

La Ragioneria Generale dello Stato pubblica l'aggiornamento relativo al 2014 dell'indagine statistica sull'entità dei mutui concessi alle Regioni, alle Province autonome e agli Enti Locali (Province, Comuni e Comunità Montane) per il finanziamento degli investimenti pubblici e sul livello della relativa esposizione debitoria. Le informazioni sono state acquisite da un campione di istituti finanziatori residenti in Italia, costituito da 62 istituti di credito e dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Il documento presenta l'analisi dei mutui concessi nei suoi vari aspetti: secondo le classi degli enti beneficiari, in base all'oggetto del prestito e sotto il profilo della distribuzione territoriale. Rappresenta inoltre la consistenza del debito alla fine del periodo considerato e le rate di ammortamento dovute.

Nell'indagine sono stati rilevati anche i prestiti obbligazionari sottoscritti dagli Istituti facenti parte del campione.

L'indagine mostra un decremento dello stock delle passività a carico degli enti territoriali relativamente ai mutui: considerando congiuntamente regioni ed enti locali, il debito residuo al 1° gennaio 2015 è pari a 56,4 miliardi di euro a fronte dei 59,7 miliardi registrati al 1° gennaio 2014, con un decremento dello 0,20 per cento del PIL. In calo anche lo stock dei prestiti obbligazionari: da 10 a 9,4 miliardi.

Le tabelle presentate nel volume sono fornite anche in formato elaborabile; con riferimento ai soli mutui è inoltre fornita, sempre in formato elaborabile, la ricostruzione in serie storica di tutte le variabili oggetto di rilevazione distinte per regione.

Questa pubblicazione fa parte del Programma Statistico Nazionale. I dati possono essere riutilizzati liberamente secondo i termini della licenza Italian Open Data License (IODL 2.0).

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